Il Salone d'Onore è destinato all'allestimento di mostre temporanee con esposizione di materiale archeologico, frutto di recuperi e scavi recenti; attualmente ospita una selezione dei reperti provenienti dalle necropoli di Bernate Ticino e Legnano, via Novara.
Il percorso espositivo illustra la scoperta, avvenuta a Bernate Ticino, di un'area sepolcrale che ha restituito tombe celtiche di III-inizi II secolo a. C., deposizioni di età romana imperiale (I secolo d. C.) e sepolture tardoantiche (III-IV secolo d. C.).
Gli oggetti sono venuti alla luce tra il 2005 e il 2011 in occasione di lavori per la realizzazione di nuove tratte sulla linea ferroviaria e su quella stradale. La loro esposizione sottolinea l'importanza dell'archeologia preventiva per la valorizzazione del territorio.
Due vetrine conservano in particolare alcuni corredi tombali riferibili ad età tardoromana: recipienti in ceramica invetriata, fibbie da cintura in bronzo e gioielli in pasta vitrea. Significativa la presenza nelle sepolture anche di bracciali bronzei con le terminazioni configurate a testa di serpe, ornamenti di grande diffusione il cui successo era forse dovuto, oltre che a probabili fattori legati alla moda, anche ad un presunto valore apotropaico connesso ai culti di fertilità, fecondità e rinascita generalmente associati alla figura del serpente.
Una vetrina è poi dedicata ai ritrovamenti effettuati a Legnano nella zona oltre la stazione, tra le vie Novara e Firenze.
Già nel 1925-26 Guido Sutermeister aveva portato alla luce una vasta necropoli costituita da oltre 200 sepolture a cremazione con interessanti corredi tombali, databili tra il I secolo a.C. e il I-II secolo d.C.
Nel 1997, nella stessa area sono state rinvenute altre cinque tombe a cremazione diretta e indiretta con deposizione delle ossa combuste e del corredo in anfora, in alcuni casi coperta da un tegolone ad alette, o in semplice fossa terragna. Il ritrovamento è avvenuto nel corso di operazioni di controllo preventivo resesi necessarie per effettuare lavori edilizi in un’area giudicata ad elevato rischio archeologico.
Le tombe 1 e 2, quelle meglio conservate, meritano un’attenzione particolare per i ricchi corredi, composti da vasellame da cucina e ceramica fine da tavola, da balsamari in vetro, integri e fusi, e strumenti in ferro.
Si segnalano, per l’eleganza della forma e per lo stato di conservazione, due olpi cilindriche, probabilmente lucidate a stecca. Due lucerne arricchiscono i corredi; ne è un esempio singolare quella della tomba 2 su cui sono facilmente riconoscibili i tratti stilizzati del volto di un sileno.